
“In Tempo di Guerra o di Disordini” – I Parte
Da ormai due mesi stiamo assistendo in diretta televisiva agli orrori e alle atrocità della guerra, che se ai nostri occhi appare insensata e inutile, sta sempre più segnando la vita di tanti nostri fratelli. Avevamo forse ormai dato come per acquisita una pace apparente, come assenza di conflitto, dimenticandoci dei focolai di guerra che continuavano da sempre a consumarsi in varie zone del mondo. La Chiesa, attraverso la Liturgia, prevede espressamente un formulario di Messa propria intitolata “In Tempo di Guerra o di Disordini”. In questa breve riflessione analizziamo il proprio proposto dal Messale Romano (III Edizione italiana, p.896), e, in un successivo articolo, analizzeremo le Letture proposte dal Lezionario.
Antifone d’Ingresso
Il Messale Romano, nel formulario “In Tempo di Guerra o di Disordini”, propone due antifone di ingresso,una tratta dal Profeta Geremia e l’altra tratta dal Salmo 17.
Dice il Signore: «Io ho progetti di pace e non di sventura. Voi mi invocherete e io vi esaudirò:
vi radunerò da tutte le nazioni dove vi ho disperso».
Ger 29, 11-12.14
L’Antifona di Ingresso principale si apre con le parole del profeta Geremia che proclama come il Signore sia il Dio della pace, della misericordia e della riconciliazione. Non è sordo, assente da coloro che lo invocano, ma sempre ascolta e accoglie le nostre preghiere radunandoci da ogni nazione e facendo, attraverso il sangue di Cristo, un solo popolo.
Mi circondavano flutti di morte, mi travolgevano torrenti infernali; nell’angoscia ho invocato il Signore:
dal suo tempio ha ascoltato la mia voce.
Sal 17,5-7

Nella seconda Antifona di Ingresso, con un tono più intimo e personale, la Chiesa fa sua la supplica del salmista che vede la morte attanagliare il suo cuore e inondare, come un fiume di male, la sua anima. Tuttavia nell’angoscia, nell’abisso del vuoto, ecco che egli innalza un grido al Signore che solo può salvarlo. Nella supplica, il salmista, tuttavia è già certo che Colui nel quale ha posto la sua speranza, ascolterà, come fatto in passato, la sua voce. Un grande introito che da il tono a tutta la celebrazione: invochiamo il Signore perchè solo Lui può liberarci e salvarci dalla morte e dalla guerra che ci avvolge.
Orazioni Collette
Come per le Antifone, anche per le Collette, il Messale Romano propone, “In Tempo di Guerra o di Disordini”, due possibilità
Dio misericordioso e forte,
che annienti le guerre e abbassi i superbi,
allontana al più presto da noi [dall’umanità] orrori e lacrime,
perché tutti possiamo essere chiamati veramente tuoi figli.
In questa colletta risuonano, fondamentalmente, l’eco di tre passi della Sacra Scrittura:
- Dio è colui che abbassa i suberbi: richiamando il canto del Magnificat (Lc 1,46-56) pronunciato da Maria, durante la visita ad Elisabetta, si invoca Dio come colui che disperde i superbi nei pensieri del loro cuore
- Dio può asciugare ogni lacrima: ritorna al cuore la visione della nuova Gerusalemme (Ap 21) dove dal cielo la voce diceva “Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate“. (Ap 21,3-4)
- La pace identifica i figli di Dio: la preghiera si conclude con un chiaro riferimento al discorso delle beatitudini (Mt 5) dove Gesù dice chiaramente “Beati gli operatori di pace perchè saranno chiamati figli di Dio”. (Mt 5,9). Costruire la pace, favorirla e difenderla, nel proprio cuore, nel proprio ambiente , a tutti i livelli è quello che ci permette di adempiere in pieno alla nostra identità di figli di Dio, che abbiamo acquisito durante il Battesimo. La guerra è quindi una negazione di Dio e del riconoscerlo come Padre.

O Dio, autore e amante della pace,
conoscerti è vivere, servirti è regnare;
proteggi da ogni aggressione il popolo che ti invoca,
perché, confidando nella tua difesa,
non tema le armi di alcun nemico.
Nella seconda Colletta proposta, Dio è l’autore e amante della pace. Non a caso il primo dono del Risorto ai discepoli è proprio quello della pace (cfr. Gv 20,19). Una pace che non è quella del mondo, ma di un ordine diverso, che solo il Risorto può donare (cfr. Gv 14,27). Il tema è ripreso, infatti anche nell’antifona di Comunione. Chiaro il riferimento anche al titolo dell’intera celebrazione “In Tempo di Guerra o di Disordini”.
Successivamente si riflette come la vera vita, la scoperta del senso dell’esistenza è conoscere Dio e il vero potere si trova nel servizio. Essa risuona come un appello ai potenti affinché ritrovino il vero senso della vita nella conoscenza del Dio vivo e vero e nel servizio alla comunità.
La preghiera si conclude con l’invocazione a Dio affinché protegga il popolo dal pericolo e gli doni la forza di non avere paura difronte al nemico in quanto sente vicina la presenza del suo Salvatore.
Orazione sulle offerte
Ricordati, o Padre, che il tuo Figlio, nostra vera pace,
ha vinto nel suo sangue ogni inimicizia:
guarda con misericordia le nostre sofferenze,
e fa’ che questa offerta ridoni pace e tranquillità
agli uomini che tu ami.
L’orazione sulle offerte, della Messa “In Tempo di Guerra o di Disordini”, si apre con un chiaro eco al passaggio della Lettera agli Efesini: “Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne“. (cfr Ef 2,13-14). Di nuovo il Cristo, il Figlio di Dio, viene identificato come Colui che, attraverso il suo sangue, ha riconciliato il mondo, donando la vera pace, dono tipico dei tempi messianici ormai giunti al compimento con la sua venuta. L’invocazione infine chiede al Padre, proprio in virtù di questo, che agli uomini amati dal Signore, ritrovino pace e tranquillità cibandosi partecipando all’offerta e al banchetto eucaristico.

Antifona alla Comunione
Vi lascio la pace, vi do la mia pace, non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non si turbi il vostro cuore e non abbia timore.
Gv 14,27
L’antifona alla Comunione, proposta per la Messa “In Tempo di Guerra o di Disordini”, propone le celebri parole del Signore durante i discorsi di addio dell’Ultima Cena, riportati solamente dall’evangelista Giovanni. Gesù promette la pace ai suo discepoli, una pace che sarà piena dopo la Risurrezione e sarà accompagnata dal dono dello Spirito Santo. Proprio in questa pace, totalmente differente dalle differenti “illusioni” di pace del mondo (ricordiamo che il mondo, nell’ecosistema giovanneo rappresenta tutto ciò che è contrario e si oppone a Dio), sarà possibile vincere ogni paura e turbamento.

Orazione dopo la Comunione
Saziati dalla dolcezza dell’unico pane che fortifica il cuore dell’uomo,
ti supplichiamo, o Signore: fa’ che superiamo incolumi
le violenze della guerra
e custodiamo saldamente la tua legge di giustizia e di amore.
L’orazione conclusiva dopo la Comunione supplica il Signore che, dopo esserci saziati del vero pane, il suo Corpo e il suo Sangue, custodiamo e costruiamo sempre di più la pace e l’amore nel mondo e verso i fratelli.
“In Tempo di Guerra o di Disordini” – La pace del Risorto
Al termine di questa breve riflessione emerge come, la Messa “In Tempo di Guerra o di Disordini”, prevista dal Messale Romano, nella sezione “Per varie necessità”, ci offra una profonda e consolante immagine del Signore come unico sostegno e fondamento della pace. Una pace che, come sempre, è dono di Dio, efficace e diffusa nella misura in cui l’uomo collabora con Lui nella sua costruzione. Che il Signore Risorto, Colui che è la vera pace, ponga termine ad ogni guerra e ci doni la forza di costruire la pace ogni giorno.